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La carta in più di Emma Bonino. Stefano Folli su la Repubblica

Il Pd si avvia a ricavare un modesto vantaggio dalla legge Rosato che permette e anzi incoraggia le coalizioni. A destra, come è noto, Berlusconi, Salvini, Meloni e “quarta gamba” di derivazione democristiana hanno da tempo costruito un cartello elettorale che canta già vittoria. A sinistra invece il Pd è più o meno isolato, senza che questo turbi più di tanto il vertice del partito. Esclusa per ovvie ragioni l`intesa con gli scissionisti di Liberi e uguali, restano solo gli accordi con liste minori che non arriveranno al quorum: i civici-popolari di Lorenzin-Casini, il gruppo Insieme di Nencini-Bonelli-Santagata, forse gli amici di Denis Verdini. Nessuno è strutturato per raggiungere la soglia minima del 3 per cento e diventare un soggetto autonomo, benché minuscolo, nel prossimo Parlamento. Tutti lavorano per ottenere qualche seggio (pochi) nel segmento uninominale maggioritario, offrendo in cambio i loro voti al Pd: fra l`I e i12 per cento. Il Rosatellum prevede non a caso che le liste sotto i13 ma oltre 1`1 per cento riversino i loro voti nel canestro del partner maggiore, appunto il partito di Renzi. Più che accordo di coalizione si tratta dunque di un processo di assorbimento. Gli eletti dei vari partitini, ammesso che riescano a superare gli ostacoli del collegio uninominale, figureranno in pratica come indipendenti eletti nelle liste allargate del Pd. E se invece saranno battuti nei collegi? Nessun problema: i loro voti saranno conteggiati ugualmente tra quelli del partito renziano. Tutto questo grazie alle singolari clausole del Rosatellum.

Tuttavia esiste un`eccezione potenziale: la lista +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, cui si è aggiunto il piccolo Centro democratico di Bruno Tabacci. Questa sigla può seguire il destino delle altre minori e limitarsi a portare acqua al Pd. Oppure può giocare un ruolo più dinamico, collegato al partito renziano o magari in modo autonomo, pur restando nell`ambito del centrosinistra. Allo stato, non sembra che l`alleanza stia nascendo sotto buoni auspici. «Ho l`impressione che Renzi non sia interessato» ha detto Bonino alla Stampa. E poi ha sottolineato che +Europa rappresenta un valore aggiunto per il centrosinistra. In effetti qui siamo agli antipodi del populismo, a cominciare dal titolo inequivocabile. Un`intesa solida fra Pd e +Europa darebbe un`impronta particolare alla campagna elettorale. Sarebbe un`occasione per Renzi e Gentiloni, rafforzando la prospettiva europeista in stile Macron.

Se invece l`accordo con il Pd non si farà – e possono esserci cento ragioni per questo, compreso il rifiuto di concedere dei buoni collegi – , Emma Bonino e i suoi compagni di strada potrebbero cogliere un`opportunità rischiosa ma stimolante: andare da soli offrendo all`elettorato che crede nell`Europa ed è già confuso da una campagna demagogica l`opzione che oggi manca. Il cammino verso il quorum non sarebbe facile, ma probabilmente lo spazio esiste, sempre che si voglia vederlo. Sarebbe necessario selezionare una serie di candidature eccellenti e proporre temi di cui le altre forze politiche non sanno o non vogliono parlare.
Ad esempio l`innovativo piano industriale suggerito di recente da Calenda e Bentivogli sul Sole 24 Ore. Una piattaforma per un centrosinistra che guarda al futuro: il Pd la appoggia blandamente, ma se domani esistesse un gruppo parlamentare europeista il tema potrebbe entrare con forza nel dibattito pubblico e cambiare il corso delle cose. E’ l`ora della fantasia e del coraggio.

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