La conoscenza dei risultati delle misurazioni della qualità dei servizi pubblici e dei monitoraggi economico-finanziari permette di valutare efficienza, efficacia, impatto e sostenibilità dell’azione delle amministrazioni pubbliche e delle società da queste partecipate, sulla base di evidenze scientifiche.
+Europa sostiene che il diritto alla conoscenza delle informazioni sulla qualità dei servizi pubblici sia una precondizione e un volano per usufruire di servizi efficienti.
Le misurazioni e le valutazioni permettono di evidenziare lacune e disservizi e di attivare le necessarie azioni correttive, così come di verificare il miglioramento della qualità dei servizi nel tempo. +Europa nella sua proposta prevede anche monitoraggi delle performance economico-finanziarie delle società partecipate, da rilevare e pubblicare anche in corso d’esercizio.
Oggi anche in merito alle misurazioni della qualità dei servizi il “sistema normativo è costituito da disposizioni stratificate nel tempo” come ci ricorda la Corte dei Conti e, nello specifico, le amministrazioni pubbliche non sono né sanzionate né premiate rispetto ai risultati, spesso né misurati né pubblicati, sulla qualità dei servizi che forniscono ai cittadini.
L’impianto normativo nazionale prevede già da oltre 20 anni l’obbligo di misurare la qualità dei servizi. Dal ‘94 nella prima e famosa direttiva Cassese-Ciampi, si fa riferimento a un dovere di valutazione della qualità dei servizi. Da quel momento ci sono state una serie di normative che hanno rafforzato gli obblighi per le amministrazioni in questo senso, norme spesso, però, non rispettate da comuni e società partecipate.
Indicatori di qualità effettiva dei servizi sono, a titolo di esempio, il ritardo medio delle corse dei bus, la percentuale del funzionamento degli impianti di condizionamento degli stessi bus, i tempi medi per gli interventi di riparazione in merito al servizio idrico etc
Indicatori economico finanziari che chiediamo per le società che forniscono i servizi, opportuni con frequenze trimestrali o semestrali, sono ad esempio relativi alla redditività, agli utili, agli investimenti, al costo medio dell’indebitamento, chiediamo inoltre sia conosciuta la quota parte del servizio pagato dai tributi locali da anno a anno.
Proponiamo inoltre, in merito ai ricavi, la pubblicità di quanto proviene dal pagamento di un servizio dalla fiscalità generale e quanto dai proventi da tariffe, ad esempio sul trasporto pubblico locale, riportare l’informazione sul biglietto, il sussidio in questo campo, dalle Regione o dallo Stato centrale raggiunge il 60% circa.